Questo è uno dei post più difficili che ho mai scritto. Perché tutta questa storia non l'ho ancora capita e superata e non so quanto ancora ci vorrà. Ed è per questo che oggi sono solo io, Valeria, nessuna giornalistadiserieb dietro cui nascondermi...
Tutto inizia con una lettera consegnata a mano qualche giorno fa. Sulla busta bianca sono stati scritti il mio nome e il mio cognome, dentro ci sono solo poche righe, una richiesta informale e un paio di vecchie, per non dire vecchissime, fotografie. In una di queste sono ritratti due bambini, anzi un bambino e una bambina, che sorridono e giocano in uno splendido mare limpido di tanti anni fa. Un ricordo d'infanzia, una sorta di "scatto di famiglia" e soprattutto familiare. Non credevo che questo sarebbe stato l'epilogo.
Vi dico subito, e senza vergogna alcuna, che appena le ho viste ho pianto. Tanto. Tutte le lacrime interrotte, quelle che non ero riuscita a tirar fuori in questi mesi, hanno avuto la meglio su di me, e per una che ha già di suo le lacrime facili, lasciatevi dire che non è stato un bello spettacolo.
Paolo, ovvero l'ormai famosissimo maritoultimaruotadelcarro, non potrà fare a meno che confermare tutto. Lui c'era. C'era il giorno della lettera, come c'è stato sempre in questi ultimi mesi quando una delle mie amicizie più importanti, la persona a cui avevo affidato le mie paure e le mie speranze, il mio "migliore amico" (per usare un termine adolescenziale che in questo caso ci sta tutto) ha preso un'altra strada.
O, forse, sono stata io a imboccarla una strada diversa. Ma in fin dei conti, chi ha scelto per primo è ininfluente. Ciò che conta è il risultato e il risultato è lontananza.
Ma non ne voglio fare un dramma. Le persone si incontrano e percorrono un pezzo di vita insieme. Da parte mia so che non è stato tutto inutile. Ci sono tante cose che mi ha insegnato, anche non volendo. Come avere maggiore cura di me stessa e delle mie opinioni. Del mio tempo e delle mie priorità. Che il whiskey torbato è il più buono e che se lasci il carrello incustodito all'Ikea per qualche minuto non te lo ruba nessuno (ovviamente a meno che non ci sia la borsa dentro)...
Bisogna crescere a un certo punto. Verissimo. Meglio farlo con chi, anche se sta male, non vuole far stare male te.
Questo è uno dei post più difficili che ho mai scritto. Perché tutta questa storia non l'ho ancora capita e superata e non so quanto ancora ci vorrà. Ed è per questo che oggi sono solo io, Valeria, nessuna giornalistadiserieb dietro cui nascondermi...
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