lunedì 29 dicembre 2014

Wishlist

Eccoci qui, subito dopo Natale e subito prima della fine dell'anno, con i soliti buoni propositi da pensare, scrivere e poi tentare addirittura di realizzare.

Certo, per questa volta, la giornalistadiserieb avrebbe potuto esimersi.
Ha già alle spalle 365 giorni complicati sotto molti aspetti (non volendo andare troppo indietro nel tempo) e diversi indizi lasciano presupporre che il 2015 non sarà migliore.

E poi, ammettiamolo, non è che delle sue liste di intenti e desideri l'umanità intera senta proprio la mancanza.

Ma siccome l'umanità intera non passa spesso da questo blog, lei la sua "wishlist" la butta giù lo stesso.

E così, tralasciando un attimo il mai dimenticato progetto per il suo futuro professionale (che poi è più o meno sempre uguale, ovvero quello di avercelo un futuro professionale) e non considerando la speranza di riuscire a vedere prima o poi la pace nel mondo o, almeno, la fine di ogni tipo di malattia, la nostra simpatica donnina ha deciso di limitarsi a un unico piccolo grande sogno: vorrebbe che nei prossimi 12 mesi "qualcuno" si degni di chiederle scusa. Lei proprio se lo merita.

Già "qualcuno" per non fare nomi e cognomi, perché, in questi suoi primissimi quarant'anni di vita (incredibile come siano arrivati così in fretta), sono in molti a doversi scusare e, forse, almeno per alcuni di loro, potrebbe essere arrivata la giusta annata.

Prima degli altri, neanche a dirlo, ci sono i datori di lavoro, ex o attuali. Loro le hanno fatto perdere tempo, denaro, ore di sonno, recite di Natale, saluti di fine anno, sabati e domeniche in famiglia, senza mai dirle nemmeno grazie. Per non parlare dei tanti che, ancora oggi, credono sia chi scrive a dover esser grata per il solo fatto di svolgere un suo diritto fondamentale.

Poi ci sono gli amici o sedicenti tali, ex e attuali. Da quelli che continuano a darle responsabilità che lei non vuole e non ha nemmeno mai potuto avere (per essere chiari del tipo: "tu eri amica sua e se lei mi ha lasciato è colpa tua che glielo hai presentato" - ehm, sì, la giornalistadiserieb frequenta per lo più coetanei e anche se vista così non sembrerebbe) a quelli che, più semplicemente, l'hanno usata finché gli ha fatto comodo e che non hanno esistato un attimo a sparlare di lei quando gli era diventata inutile.

Ecco, se almeno una tra queste persone (o personaggi) si facesse avanti implorando il suo perdono (va bene, ha esagerato, vanno benissimo anche delle scuse più formali) lei ne sarebbe davvero felice e si sentirebbe almeno un po' ricompensata.

***

Dunque eccoci qui, subito dopo Natale e subito prima della fine dell'anno, con i soliti buoni propositi da pensare, scrivere e poi tentare addirittura di realizzare.

Certo, per questa volta, la giornalistadiserieb avrebbe potuto esimersi.
Ha già alle spalle 365 giorni complicati sotto molti aspetti (non volendo andare troppo indietro nel tempo) e diversi indizi lasciano presupporre che il 2015 non sarà migliore.

E poi, ammettiamolo, non è che delle sue liste di intenti e desideri l'umanità intera senta proprio la mancanza.

Ma siccome l'umanità intera non passa spesso da questo blog, lei la sua "wishlist" la butta giù lo stesso...


mercoledì 24 dicembre 2014

Buon Natale e...

Cambiamenti in atto o auguri di buon Natale.

Difficile per la giornalistadiserieb scrivere un post in questi giorni ricchi di emozioni contrastanti.
Ma siccome la non più tanto giovane scribacchina batte la fiacca da troppo tempo, eccola qua a cercare di riempire questa pagina virtuale con i suoi mille pensieri tutti da riordinare.

Per prima cosa, come tutti sanno, domani è Vigilia e, ovviamente, fin qui niente di strano. E se è vero che per lei questi giorni hanno poco a che vedere con la religiosità, è altresì vero che sta per arrivare la festa della famiglia per eccellenza e che le è sempre piaciuta moltissimo. Perché si sta tutti insieme, si ride, si mangia, si ride, ci si scambia regali inutili e bellissimi e, se non si fosse capito, si ride di nuovo.
Il che, in questo periodo soprattutto, non è cosa da poco.

Secondo poi ci sarebbe la questione lavoro, eternamente irrisolta, che sta progressivamente toccando punte sempre più basse e che nemmeno una abituata alla serie B come lei avrebbe mai potuto immaginare.

Ma il dubbio più grande, ora come ora, riguarda "il posto chiamato casa". Perché dopo almeno tre anni di tentativi andate a male, sembra essere arrivato sul serio il momento di lasciare il luogo che più ama al mondo, il suo modesto e onesto appartamento a due piani e un bagno solo, per poi gettarsi a capofitto nel tentacolare e farraginoso mercato immobiliare (o, al massimo, tornare a vivere con i suoi genitori con tanto di figli e cane al seguito). Certo è vero che i ragazzi crescono e che hanno bisogno di più spazio, certo è vero che lei aveva acconsentito alle richieste del marito ultimaruotadelcarro, certo è vero che c'è stato un istante in cui lei scontata e abitudinaria com'è è stata addirittura entusiasta all'idea di traslocare, ma adesso la paura dell'ignoto ha iniziato ad avere la meglio in lei.

In fondo, del suo quartiere e della sua strada lei conosce ogni angolo, panchina, marciapiede e, prima grazie ad Arturo e ora con Yoda, ogni singola aiuola e cespuglio.
La sua casa è stata teatro di tante piéce, alcuni divertenti e altre drammatiche, e molteplici primi attori hanno attraversato la sua porta.
E ora? Succederà ancora? Si troverà bene? Riuscirà a sentirsi davvero "a casa"?

Ovviamente chi scrive sa bene che le cose sono solo cose e le case sono solo case però...

Dunque, dicevamo: cambiamenti in atto o auguri di buon Natale.

Difficile per la giornalistadiserieb scrivere un post in questi giorni ricchi di emozioni contrastanti.

... ecco, fortunatamente domani è Vigilia (anzi a guardare bene l'ora lo è già adesso), la festa della famiglia per eccellenza. Perché si sta tutti insieme, si ride, si mangia, si ride, ci si scambia regali inutili e bellissimi e, se non si fosse capito, si ride di nuovo.
Il che, in questo periodo soprattutto, non è cosa da poco.

Tanti auguri a tutti

mercoledì 29 ottobre 2014

I sogni son desideri?


C'erano le sue due amiche di sempre e si doveva passare qualche giorno di vacanza insieme, finalmente dopo tanto, tanto tempo. Ma, una volta partite per quel di Lecce (quest'anno il Salento le era proprio mancato), lungo la strada le tre si imbattono, quasi per caso, in un enorme serpente bianco d'acqua. Così, mentre lei viene morsa alla mano sinistra, l'allegra compagnia si sparpaglia. Ferita, dolorante e sola, lei si ritrova nel monumentale e labirintico ospedale Vito Fazzi a fissare i suoi profondi tagli, in attesa di un dottore che la medichi.

Questo è quanto la giornalistadiserieb ha sognato questa notte e ciò che ancora ricorda del suo sonno così agitato...
Per questo, appena in piedi, la nostra simpatica donnina ha deciso di consultare subito il sapiente Google per capire quello che il suo subconscio stava cercando di dirle.

Ed ecco ciò che ha scoperto:

1) Il simbolo del serpente nei sogni è uno dei più frequenti. Ciò che accomuna questi sogni è la sensazione di paura, repulsione o panico o, nella migliore delle ipotesi, il senso di pericolo e diffidenza nei confronti di un animale ritenuto pericoloso, mortale, abietto.

2) Sognare di esser morsi da un serpente, a seconda delle variabili in gioco nel sogno stesso (sensazioni provate e situazioni diverse), può indicare una persona (presente nella tua realtà) che una parte di te considera falsa e pericolosa, o che ti può danneggiare.

3) Sognare serpente d’acqua rappresenta la perdita di denaro.

Ricapitolando, dunque,  la giornalistadiserieb sta attraversando un momento in cui sente un profondo senso di repulsione verso una persona potenzialmente pericolosa che può danneggiarla e farle perdere dei soldi. Il che, in effetti, spiegherebbe molto di quest'ultimo periodo.

Ma poiché chi scrive si è ripromessa (soprattutto dopo quest'ultimo faticoso anno) di guardare sempre il lato positivo delle cose, ha deciso di trarre un unico messaggio preciso dalla sua burrascosa nottata: è arrivato il momento di cambiare pelle... e di tornare a Lecce, magari con le sue amichette!

P.S. o, magari, di volare appena un po' più lontano...


martedì 14 ottobre 2014

Pura Gioia

Ci sono giornate che iniziano prima di altre e questo, ovviamente, lo sanno tutti, non solo la giornalistadiserieb. E poi ci sono giornate che sarebbe meglio aver trascorso nel letto.

Questa mattina, per esempio, per chi scrive è iniziata prima dell'alba. Perché c'era bisogno di prepararsi per bene, cercare di domare un po' gli indomiti capelli, portare il nano grande vicino a scuola (davanti no, quello non le è più permesso), approfittarne per far fare una breve passeggiata anche al piccolo pelosetto della famiglia, tornare in tempo per la colazione delll'altro nano e, prima di andare al lavoro, accompagnare anche il maritoultimaruotadelcarro a fare una visita in ospedale. Neanche a dirlo, quello che nella tentacolare metropoli che è Roma, è esattamente al tentacolo opposto da dove la giornalistadiserieb e il consorte vivono.

Eppure, armati di santa pazienza e di Giallina, la splendida automobile di serie b della simpatica scrivana (ahimé sempre più saltuaria) i nostri eroi sono riusciti a varcare la soglia del poliedrico nosocomio addirittura cinque minuti prima dell'appuntamento.
Ma la puntualità, si sa, è cosa sopravvalutata dalla sanità italiana, tanto che prima di essere ricevuti, hanno dovuto attendere per quasi un'ora e mezza.

A dire la verità, la giornalistadiserieb non aveva nessuna fretta di arrivare nella sua glaciale (ops voleva dire attuale) redazione. Inoltre, osservare da vicino le persone le è sempre piaciuto... Quale posto migliore di una sala d'aspetto?

C'è, come sempre, la signora che vuole passare avanti agli altri. Quello che deve fare solo una domanda e quello che non aveva capito che c'era una fila.
Poi, però, c'è anche lei.
Si chiama Gioia, ha 3 anni, è bionda e minuta, ma conosce a memoria tutto il testo della canzone "Montagne verdi" di Marcella. Con sé ha un grande quadernone ad anelli, nella copertina nera spicca l'immagine di Minnie di Topolino. Quello è "il libro di Gioia che va dal dottore" dice la sua vocina e ha tante pagine perché "lei ci va spesso dal dottore". Perché Gioia quella copertina nera con l'immagine di Minnie non può vederla. Lei non vede nulla. Ma ti siede vicino e ti tocca la mano, vuole sapere come ti chiami, sorride, anche quando a un certo punto le "scappa una peretta".
Gioia è buffa e dolcissima, ma forte e fiera allo stesso tempo.
Gioia è pura ed è stata una pura gioia incontrarla.

Le dure prove della vita sono altre e se le persone non lo vogliono capire rimarranno sole per sempre.
Le dure prove della vita sono altre e se si pretende rispetto dagli altri bisogna prima di tutto rispettarli.
Le dure prove della vita sono altre e se il lavoro non decolla (e a questo punto ha il sospetto che non decollerà mai) non è poi una tragedia.

Ci sono giornate che iniziano prima di altre e questo, ovviamente, lo sanno tutti, non solo la giornalistadiserieb.
E poi ci sono giornate che sarebbe meglio aver trascorso nel letto... ma se fosse andata così, oggi non avrebbe conosciuto Gioia.

mercoledì 17 settembre 2014

Nulla è per caso

Ogni persona che passa nella nostra vita è unica. 
Sempre lascia un po' di se e si porta via un po' di noi. 
Ci sarà chi si è portato via molto, ma non ci sarà mai chi non avrà lasciato nulla. 
Questa è la più grande responsabilità della nostra vita e la prova evidente che due anime non si incontrano per caso. 
(Jorge Luis Borges)

domenica 14 settembre 2014

Il suo tempo delle mele

Domenica sera, i nani sono a letto, la giornalistadiserieb e il maritoultimaruotedelcarro sono tornati dalla passeggiatina serale con Yoda (che non è un maestro jedi bensì il quadrupede che da circa una settimana abita con loro animando e riempendo di gioia le loro vite) e domani inizia scuola. Ma non una scuola come le altre, domani, per il nano grande, iniziano le medie.
Così, vista anche la pochezza del palinsesto televisivo e, forse per ricordare i bei tempi che furono, hanno accettato la proposta di Sky e si sono messi a guardare "Il tempo delle mele".
Solo che, stavolta, la prospettiva era del tutto diversa.
Stavolta loro non erano dalla parte dei ragazzini alle prese con le prime cotte.
Stavolta loro erano i genitori.
E va bene così, perché domani inizia il suo tempo delle mele, anche se alla giornalistadiserieb sembra strano, anche se lui quando ha paura cerca ancora di infilarsi nel suo letto, anche se da domani lui ha preteso di tornare a casa da solo... in bocca al lupo amore mio, e vedrai che anche se ancora non ci credi, questi anni saranno davvero bellissimi!


domenica 31 agosto 2014

Prima di tutto

Riprendere a camminare la mattina, eliminare i carboidrati dalla propria dieta, riuscire a spiegare ai suoi figli che i "no" che ricevono oggi li faranno diventare degli adulti migliori domani.

Questi i buoni propositi, anche se non necessariamente in quest'ordine, della giornalistadiserieb che, terminata la sua troppo breve settimana di vacanza, è tornata alla base pronta a iniziare l'anno all'insegna di nuove sfide personali, scolastiche (medie, stiamo arrivando!) e del lavoro che non è mai troppo sicuro, né troppo soddisfacente.

Eppure, se non ci fosse stato questo lavoro nella sua scalcinata redazione di second'ordine, questi ultimi sarebbero stati mesi davvero molto più lunghi.

Perché quel luogo che lei frequenta assiduamente da oltre quattro anni, con i suoi pro e i suoi contro, è ormai un po' come casa sua.

Perché, anche se questo blog viene aggiornato sempre più saltuariamente, scrivere è davvero ciò che ama fare.

Prima di tutto.

Anche quando l'argomento da trattare non varrebbe la pena di essere trattato.

Riprendere a camminare la mattina, eliminare i carboidrati dalla propria dieta, riuscire a spiegare ai suoi figli che i "no" che ricevono oggi li faranno diventare degli adulti migliori domani... o almeno si spera!

P.S. poi ci sarebbe anche la questione "prendere un nuovo cane", ma è davvero pronta a voltare pagina del tutto? Ai posteri l'ardua sentenza...







lunedì 18 agosto 2014

Ferragosto, figlio mio non ti conosco

Agosto, giorno 15, anche detto comunemente Ferragosto.

In questo periodo dell'anno, c'è chi è in vacanza già da tempo, chi in vacanza ci è già stato, chi non ci va proprio e chi, come la giornalistadiserieb è riuscito a ritagliarsi ben tre giorni (e quattro notti) per raggiungere il maritoultimaruotadelcarro e i ragazzi, non più tanto nani ahimè, spiaggiati nella ridente località di San Felice Circeo già da qualche tempo.

Era da tanto che chi scrive voleva descrivere la colorita fauna del luogo e oggi, complice il rientro forzato causa lavoro e la calma piatta della casa solitaria del dopo redazione, ha finalmente il tempo di farlo. O, almeno, di provarci.

Non si può parlare della fauna, però, senza prima parlare della flora. Perché ammettiamolo, il luogo di per sé è incantevole. Ampia spiaggia dorata, la vecchia Torre Paola arrampicata su un fianco della Maga Circe e dune a perdita d'occhio. Purtroppo però, quest'anno particolarmente sfortunato sotto il profilo meteorologico, ha fatto sì che la battigia si ritirasse più del normale, anzi più del consueto.

Tanto che, di conseguenza, ombrelloni e lettini vivono una nuova e pericolosa promiscuità, finora sconosciuta.

Perché, senza falsi pudori, bisogna ammettere che, chi prende il lettino è profondamente diverso da chi, al mare, preferisce l'ombrellone. Anche se si recano nello stesso stabilimento da anni. Anche se i loro figli sono nati e cresciuti insieme. Anche se rientrano entrambi nella fantomatica categoria "abbonati".

Ma, andiamo con ordine. Chi sceglie il lettino, dicevamo, per prima cosa è biondo. Fatta eccezione per coloro che sono di sesso maschile, in quel caso anche brizzolato va bene, ma solo se si è stati almeno una volta nella vita biondi. Secondo, d'inverno, lo puoi trovare in una palestra di Roma Nord, quella bene ovviamente, o, al massimo in un centro benessere a sperimentare un nuovissimo trattamento che rende la pelle luminosa e, per coloro che sono di sesso femminile, le tette più alte e più sode (sì, qui c'è anche un pizzico d'invidia, ma nel suo blog la giornalistadiserieb scrive ciò che vuole).

Chi sceglie l'ombrellone, invece, solitamente ha più o meno 70 anni. O, al massimo, è parente prossimo del settantenne di cui sopra, anche perché da solo non si potrebbe permettere di affittare il suddetto ombrellone.

Neanche a dirlo, la giornalistadiserieb appartiene alla seconda categoria. E ne è sempre stata anche piuttosto contenta. Qualche weekend rubato, qualche aperitivo faticosamente acquistato, due chiacchiere con le amiche della suocera e in special modo, tanto tempo per leggere i libri che in città non riesce mai a leggere.

Però, c'è un però. Ora, il popolo dei biondi ha conquistato anche lo spazio vitale della nostra simpatica donnina (qualcuno ha detto che lei è troppo vecchia per definirsi ancora "ragazzotta") e di chi è della sua specie. E la cosa che la terrorizza di più è vedere come suo figlio più piccolo sembri sempre di più uno da lettino. Talmente biondo, magro e a tratti spavaldo da sentirsi davvero a suo agio con loro.

Tanto che, dopo l'ultimo Ferragosto, lei e il maritoultimaruotadelcarro hanno preso una solenne decisione... la prossima vacanza la faranno in montagna!










mercoledì 16 luglio 2014

Corsi e ricorsi (mogli e buoi dei paesi tuoi)

Sono le 7.47 del mattino e per la giornalistadiserieb sta per iniziare una giornata diversa dal solito. Perché, oggi, si torna tra i banchi dell'università.

Il pretesto? Un corso di formazione professionale che, da qualche tempo, l'ordine a cui chi scrive appartiene ha reso obbligatorio per chiunque svolga attività giornalistica, anche di serie B, se si è iscritti all'albo.

L'obiettivo? Guadagnare 20 crediti in due anni o, almeno, 15 in uno.

La pena? Non si hanno notizie certe, forse sanzioni economiche, forse radiazione dall'albo, forse i servizi sociali... (ah, no, quella è un'altra storia!)

Torniamo a noi. Sono le 7.47 del mattino e la giornalistadiserieb è già pronta vestita e pettinata (vabbè, su quest'ultimo punto si fa per dire) in attesa che due suoi colleghi la passino a prendere per condividere con lei questa splendida sessione di studio matto e disperatissimo.

Fa caldo, troppo per essere così presto e lo fa ancora di più quando i tre giungono a destinazione: piazza della Repubblica, facoltà di Filosofia, secondo piano (a piedi), Aula 35. 
Ma sono solo le 8.40, e loro sono in anticipo di circa 20 minuti sulla tabella di marcia che li vedrà impegnati a imparare tutto su come abbattere la differenza di genere, almeno fino alle 14.

Il clima è allegro qui all'ateneo, si chiacchiera e si attende (c'è perfino chi si laurea), si salutano gli ex compagni d'avventura di vite passate, ci si scontra con qualche giornalista di serie A (chesaràvenutoafarequestoalcorsogratuito) e, ovviamente, non ci si accorge che più in là si è creata una lunghissima fila, che va firmato il foglio delle presenze e che l'Aula da 35 è diventata la 1.

Non importa, in fondo son tutti qui per riuscire ad abolire il sessismo che contraddistingue la nostra società e, soprattutto, il mondo del lavoro. Trascorse queste cinque ore lei e i suoi colleghi si sentiranno come donne e uomini nuovi, professionisti della parola scritta formati e pronti a divulgare il verbo ai seppur sempre più scarni lettori. 

O, meglio, questo era nelle intenzioni. In realtà, quello che la giornalistadiserieb ha appreso al termine di questa afosa mattinata è che le professoresse universitarie sono proprio come se le ricordava: astratte, piene di buoni propositi e scollegate dalla vita reale. Che le teorie di genere non hanno fatto grandi passi avanti da quando lei frequentava il corso della Delle Donne nel lontano 1998 e che, ancora una volta, si è persa l'occasione di fare qualcosa di veramente utile in questa professione che lei di certo non pratica come vorrebbe, ma che sta via via scomparendo anche nei settori più blasonati.

Quasi dimenticava, c'è un'altra cosa che ha imparato oggi: il detto popolare "donne e buoi dei paesi tuoi" è offensivo quasi quanto "donne e motori, gioie e dolori"... Ma ora che lo sa, e con i suoi 10 crediti guadagnati in tasca, si sente molto più tranquilla!



mercoledì 25 giugno 2014

Sette anni

Più o meno sette anni.

Tanto è passato da quando la giornalistadiserieb ha aperto il suo attuale account e-mail. In realtà, in precedenza ne aveva scelto un altro (che poi, neanche a dirlo, venne miseramente chiuso) e da allora, era sempre rimasta fedele a quell'indirizzo. Lei, in fondo, è sempre stata e rimane un'abitudinaria e così, anche quando il mondo intero si è convertito a gmail, decantandone in ogni momento le mille virtù straordinarie, lei non ha ceduto.

Una scelta consapevole, dettata dalla routine che la fa sentire comoda e, soprattutto, dalla sua proverbiale mania di conservare tutto: foto, lettere, conversazioni in chat e, ovviamente, messaggi di lavoro.

Oggi, però, la scoperta: nel suo server di posta non c'è più nulla. Niente foto, lettere, conversazioni in chat e, ovviamente, messaggi di lavoro.

Sette anni della sua vita virtuale cancellati, completamente. Forse è un segno, dopo che qualcuno si era già divertito con il suo profilo Facebook, magari ora la rete sta cercando di dirle qualcosa...

Eppure, in momenti come questi, la giornalistadiserieb vorrebbe tanto tornare ai tempi in cui le lettere venivano scritte a mano, spedite via posta o, al massimo, consegnate a mano.

Certo, ora sarebbero sommerse dalla polvere in qualche scatola, ma con lei.

Così, sebbene rimarrà lo stesso fedele al proprio indirizzo di posta elettronica (il maritoultimaruotadelcarro sostiene che lei ammetta difficilmente di aver sbagliato, chissà perché poi) ha deciso di dare una chance anche alla famosa gmail.

Però, stasera, il dolore rimane...


lunedì 9 giugno 2014

La scuola è finita (Il viaggio dell'eroe)


È arrivato giugno. Sì, direte voi, questo lo sapevamo già, bastava dare un'occhiata al calendario o, al massimo, alla data segnata sullo smartphone.

Ma, dicevamo, è arrivato giugno. Le giornate si sono allungate, il caldo inizia a farsi sentire e, come tutti gli anni, è giunta anche la fine della scuola. 
Così, se per la maggior parte degli studenti questo è un periodo insolitamente sereno e spensierato, per altri, è il momento di fare bilanci.

Tempo fa, un vecchio amico della giornalistadiserieb, ormai adulto e ben lontano dal mondo dei banchi e delle pagelle, le aveva raccontato di continuare a suddividere i suoi impegni in base agli anni scolastici. Per lui la vita sia lavorativa che sentimentale iniziava a settembre, mentre nel cosiddetto "mese della libertà" arrivava la fase riflessiva: aveva fatto davvero tutto quello che era nelle sue possibilità? Si era impegnato abbastanza? Chi aveva conosciuto e chi aveva perso lungo la via?

Ecco, in questo scorcio d'estate appena cominciata anche nella casa della simpatica ragazzotta col vizio della scrittura ci si pongono più o meno le stesse domande. Sebbene a farlo non sia lei (lei certe cose non se le chiede quasi più), bensì suo figlio più grande. Per lui, 10 anni che molto presto saranno 11, questi giorni hanno significato la fine di un ciclo. Cinque anni sono passati da quando un bambinetto ombroso e riservato rispondeva al primo appello della sua vita. Cinque anni che lo hanno visto crescere, e crescere molte volte fa paura. 

A tutti.

Ora ci saranno altre insegnanti, altri compagni di classe, pochi veri amici e, molto probabilmente, un primo amore.

Tutto ciò solo per dire in bocca al lupo piccolo grande uomo e ricorda sempre che la giornalistadiserieb, il marito ultimaruotadelcarro e tutti quelli vicini e lontani che fanno parte di questa strampalata e allargata famiglia ti saranno vicini per sempre.

E che una parte di te rimanga sempre la stessa capace di comporre versi come questi che hai saputo scrivere alla tua giovanissima età.

IL VIAGGIO DELL'EROE

Ricorda di vivere
come il cielo che guarda
le nuvole che vanno
e vengono...
Osserva l'orgoglio che va e viene...
Oggi è l'orgoglio, domani sarà qualcos'altro.
Guardali andare e venire
(Daniele M., 10 anni)

giovedì 22 maggio 2014

Troppo Bravi


La giornalistadiserieb ne è consapevole. Totalmente. Sono mesi che non aggiorna queste pagine virtuali o se lo fa, lo fa sporadicamente. La sua testa e la sua penna hanno avuto altro da pensare e da scrivere. Tanto lavoro, soprattutto. Che le ha riempito le giornate, spesso le nottate e mai abbastanza le tasche. Ma quello che è successo oggi merita di essere raccontato, divulgato (per i pochi che ancora capitano da queste parti), fissato nero su bianco.

Perché oggi la sua ben nota professionalità di serie b ha subito un colpo insolito che nella sua proverbiale raccolta di sfighe lavorative non le era ancora mai accaduto.

Andiamo con ordine: la giornata non era iniziata male, era andata a camminare con sua madre, aveva quasi finito il costume della rappresentazione teatrale di suo figlio più piccolo ed era arrivata in redazione serena, accompagnata per tutto il lungotevere da un bellissimo sole di maggio.

Poi alle 14.50 la ferale notizia: il giornale che ha riempito i suoi ultimi mesi di vita è volato via, ed è il caso di dirlo, nel tempo che normalmente ci si impiega a digitare un Tweet. Il motivo? Troppo buono, ben avviato, le persone lo stanno già comprando. Ora può tranquillamente tornare nella mani di altri. Quel che sarà da oggi in poi non importa più. A loro.

Un po' come dire ti lascio, ma non sei tu, sono io (cit.)

Bene. Bravi.

La giornalistadiserieb ne è consapevole. Totalmente. Sono mesi che non aggiorna queste pagine virtuali o se lo fa, lo fa sporadicamente. La sua testa e la sua penna hanno avuto altro da pensare e da scrivere. Tanto lavoro, soprattutto. Che le ha riempito le giornate, spesso le nottate e mai abbastanza le tasche. Ma quello che è successo oggi merita di essere raccontato, divulgato (per i pochi che ancora capitano da queste parti), fissato nero su bianco.

mercoledì 2 aprile 2014

Una vita fa...

Una vita fa la giornalistadiserieb viveva senza troppi pensieri. Aveva fiducia nel suo presente, non si interrogava troppo sul suo futuro ed era capace di affidarsi completamente alle persone che incontrava. Chi avrebbe potuto ingannarla e a che scopo?

Ma cosa più importante di tutte, una vita fa, la giornalistadiserieb era capace di aggiornare il suo blog quotidianamente. Non c'era giornata che non venisse trascritta sulle sue pagine virtuali, non c'era avvenimento che non valesse la pena (ovviamente per lei, sia ben chiaro) di finire in rete nero su bianco. Poi, però, l'incantesimo si è rotto.

Nella sua testa ronzano troppi pensieri confusi, troppe informazioni sparse che non possono ancora essere raccontate. Anche se ci sono giorni in cui vorrebbe urlare al mondo (sì, qui c'è un pizzico di megalomania) la sua verità. Ecco oggi è uno di quei giorni.

Ma poi si ricorda che la verità non va mai urlata. Che per tutto ci sarà modo e tempo.

E così, la giornalistadiserieb aspetta pazientemente che la magia ritorni, insieme alla voglia di aggiornare questo blog. Perché se c'è una cosa che alla sua tenera età (e molto prima di Jep Gambardella) ha capito di non avere più tempo per fare le cose che non ha voglia di fare...

Una vita fa la giornalistadiserieb viveva senza troppi pensieri. Aveva fiducia nel suo presente, non si interrogava troppo sul suo futuro ed era capace di affidarsi completamente alle persone che incontrava. Chi avrebbe potuto ingannarla e a che scopo?

sabato 22 febbraio 2014

La busta bianca

Questo è uno dei post più difficili che ho mai scritto. Perché tutta questa storia non l'ho ancora capita e superata e non so quanto ancora ci vorrà. Ed è per questo che oggi sono solo io, Valeria, nessuna giornalistadiserieb dietro cui nascondermi...

Tutto inizia con una lettera consegnata a mano qualche giorno fa. Sulla busta bianca sono stati scritti il mio nome e il mio cognome, dentro ci sono solo poche righe, una richiesta informale e un paio di vecchie, per non dire vecchissime, fotografie. In una di queste sono ritratti due bambini, anzi un bambino e una bambina, che sorridono e giocano in uno splendido mare limpido di tanti anni fa. Un ricordo d'infanzia, una sorta di "scatto di famiglia" e soprattutto familiare. Non credevo che questo sarebbe stato l'epilogo.
Vi dico subito, e senza vergogna alcuna, che appena le ho viste ho pianto. Tanto. Tutte le lacrime interrotte, quelle che non ero riuscita a tirar fuori in questi mesi, hanno avuto la meglio su di me, e per una che ha già di suo le lacrime facili, lasciatevi dire che non è stato un bello spettacolo.

Paolo, ovvero l'ormai famosissimo maritoultimaruotadelcarro, non potrà fare a meno che confermare tutto. Lui c'era. C'era il giorno della lettera, come c'è stato sempre in questi ultimi mesi quando una delle mie amicizie più importanti, la persona a cui avevo affidato le mie paure e le mie speranze, il mio "migliore amico" (per usare un termine adolescenziale che in questo caso ci sta tutto) ha preso un'altra strada.
O, forse, sono stata io a imboccarla una strada diversa. Ma in fin dei conti, chi ha scelto per primo è ininfluente. Ciò che conta è il risultato e il risultato è lontananza.
Ma non ne voglio fare un dramma. Le persone si incontrano e percorrono un pezzo di vita insieme. Da parte mia so che non è stato tutto inutile. Ci sono tante cose che mi ha insegnato, anche non volendo. Come avere maggiore cura di me stessa e delle mie opinioni. Del mio tempo e delle mie priorità. Che il whiskey torbato è il più buono e che se lasci il carrello incustodito all'Ikea per qualche minuto non te lo ruba nessuno (ovviamente a meno che non ci sia la borsa dentro)...

Bisogna crescere a un certo punto. Verissimo. Meglio farlo con chi, anche se sta male, non vuole far stare male te.

Questo è uno dei post più difficili che ho mai scritto. Perché tutta questa storia non l'ho ancora capita e superata e non so quanto ancora ci vorrà. Ed è per questo che oggi sono solo io, Valeria, nessuna giornalistadiserieb dietro cui nascondermi...

lunedì 10 febbraio 2014

Elogio della domenica

Quando la giornalistadiserieb era solo una ragazzotta non le piaceva la domenica.
Era una giornata triste, quasi sempre solitaria, che passava per lo più in casa a leggere o ad annoiarsi davanti la televisione (l'epoca di Internet era ancora lontana ahimè).
Ora la domenica è in assoluto il giorno che, chi scrive, preferisce. Non perché lo passi chissà dove o a fare chissà cosa.

Anzi, diciamo che probabilmente il modus vivendi è rimasto la stesso.
Ma casa, libri, tv, pigiama, bambini e coccole sono tutto ciò che lei desidera. Soprattutto dopo le ultime settimane (se non vogliamo dire mesi).
Perché casa, libri, tv, pigiama, bambini e coccole (senza dimenticare un po' di "sano" Facebook) sono tutto ciò che la fa sentire al sicuro.
E se c'è una cosa che la giornalistadiserieb ha davvero bisogno di acquisire è la sicurezza in se stessa, per riuscire finalmente a crescere, nonostante i quasi 39 anni suonati.
Chissà se un giorno sarà capace di alzarsi in piedi e rispondere a tono a tutti quelli che non la rispettano nel momento esatto in cui ciò avviene. Senza gli inevitabili lacrimoni che odia, senza poi doverci scrivere post liberatori sopra. E tutta quella buona educazione che non le permette mai di essere incisiva per il timore di offendere il prossimo...

Quando la giornalistadiserieb era solo una ragazzotta non le piaceva la domenica.
Era una giornata triste, quasi sempre solitaria, che passava per lo più in casa a leggere o ad annoiarsi davanti la televisione (l'epoca di Internet era ancora lontana ahimè).
Ora la domenica è in assoluto il giorno che, chi scrive, preferisce... e non perché lo passi chissà dove o a fare chissà cosa!

domenica 2 febbraio 2014

La maggioranza

Ci sono ancora giorni in cui la giornalistadiserieb se lo dimentica... Eppure la maggioranza ha sempre ragione! E quindi? Niente, giusto per ricordarselo...



domenica 26 gennaio 2014

Sul divano rosso


Strano come, a volte, le cose che ci circondano possano apparire più piccole. Forse dipende dallo stato d'animo in cui ci si trova, più che da una reale misurazione fisica.

Ad esempio, in questi giorni, la casa della giornalistadiserieb sembra diventata minuscola. Soprattutto durante le visite dei possibili nuovi proprietari. Già, perché lei e il maritoultimaruotadelcarro, nonché i due giovani eredi, sono in procinto di vendere il delizioso appartamento su due livelli in cui abitano da circa 10 anni per poi traslocare verso altri lidi. E, malgrado sia stata una decisione pensata e ponderata, lei sente già la nostalgia di questo luogo che li ha visti crescere e consolidare la famiglia.
La nostalgia l'aveva già provata per la loro prima casa, quella con le porte bianche e blu dipinte quando era solo una ragazza piena di belle speranze. Oggi, però, suo malgrado è diventata grande e non c'è più spazio per la paura dell'ignoto.
Eppure, appena gli acquirenti varcano la sua soglia, ogni stanza sembra rimpicciolire e lei si sente quasi un'intrusa. Tutte queste persone invadono il suo spazio, il suo rifugio, difficile scacciare via quella sensazione e sorridere stringendo le loro mani.
Qui sono successe tante cose e sono passate tante persone. Alcune belle, altre meno.
Chiacchiere, risate, pianti, discussioni, urla, confessioni e abbracci si sono alternati sul suo vecchio divano rosso.

Magari un giorno nella nuova casa ce ne sarà uno più grande. Magari sarà più accogliente e meno rosso. Chissà se la giornalistadiserieb ci starà comoda allo stesso modo...

Strano come, a volte, le cose che ci circondano possano sembrare piccole. Forse dipende dallo stato d'animo in cui ci si trova, più che da una reale misurazione fisica.

domenica 12 gennaio 2014

Confessioni di una giornalistadiserieb pentita

Negli anni di questo blog e, soprattutto, di quello precedente (continuo a ripetere che Splinder sei e sarai sempre nel mio cuore, sigh...) ho capito una cosa importante: il nome che ho scelto per raccontare di me è completamente sbagliato.
Eppure, a quel tempo, se non erro era il lontano 2009, "giornalistadiserieb" mi era sembrata un'ottima idea. Volevo descrivere senza freni e senza remore le mie avventure/disavventure nel mondo del lavoro, di quel lavoro che sognavo fin da bambina e che, un po' per mie scelte di vita, un po' perché la realtà è sempre ben diversa dalla fantasia, non ha mai preso la forma che speravo.
Ma queste pagine virtuali non sono mai servite per compiangermi. Anzi.
Ringrazio quelli che nel tempo mi hanno detto che io non sono di "serie B" e che dovrei cambiare nome, ma non è per ricevere complimenti (comunque sempre ben graditi, sia chiaro) che mi chiamo così. 
Forse sarebbe meglio un "freelancenellanima" o un per niente modesto "giornalistadiserieA", ma chi mi conosce almeno un po' sa che sono un'inguaribile abitudinaria e che mi affeziono anche a una suoneria del cellulare, figuriamoci al blog.
Quando scrivo, ormai sempre più raramente (e un giorno, forse, riuscirò anche a spiegare il perché) lo faccio per sfogarmi, per ripristinare il giusto ordine delle cose e nella maggior parte dei casi per ironizzare su ciò che mi capita, sulle persone che conosco e che si prendono troppo sul serio e che a me fanno sorridere.
Forse non sempre ci riesco, ma se non altro l'intenzione è nobile.
Di recente, ad esempio, mi è capitato di intervistare uno dei belloni della tv nostrana e vederlo dal vivo non è stato come me lo aspettavo. Ma è ovvio che, per forza di cose, soprattutto se voglio continuare a pagare il mutuo e le bollette, non potrò mai dire cosa penso realmente e a piene lettere della sua capacità di recitare (che poi "capacità" è già una parola grossa di per sé).
Ecco "giornalistadiserieb" significa proprio questo: il fatto che la professione che svolgo non esiste, né come la immaginavo prima da bambina né come poi da ragazzotta, se non per rarissimi casi più che fortunati.
E, sebbene oggi la mia attività è considerata, da me in primo luogo, velleitaria e piuttosto inutile (soprattutto se l'obiettivo è raggiungere la pace nel mondo) non mi sento sminuita come persona e sono piuttosto consapevole delle mie abilità scrittorie.
Che poi, per carità, non vincerò mai il Pulitzer, ma nemmeno il Premio Cane (oddio, quello in realtà una volta l'ho vinto, ma si trattava di una competizione canora al karaoke).
Poi, certo, ho anche io i limiti professionali e personali, soprattutto quando si tratta di capire cosa le persone vogliano realmente da me.
Ma, questa (forse) è un'altra storia...