domenica 11 gennaio 2015

A...rea cani!

Ogni notte, prima di andare a dormire, la giornalistadiserieb fissa sul telefono la sveglia per il giorno dopo. E, sebbene il maritoultimaruotadelcarro le ha più volte "suggerito" di affidarsi alla modalità "ripetizione settimanale", per lei questa è un'abitudine irrinunciabile.

Perché, in fondo, tutto quel calcolare le ore di sonno che la separano dalla mattina seguente la pacifica col mondo.
Anche se il trillo arriva sempre tanto, troppo presto.
Inoltre, da qualche tempo, la sua mattina è dedicata a un altro appuntamento irrinunciabile che rende quel tintinnio molto più dolce: l'area cani! (con i due punti, il punto esclamativo e pure la parentesi, ops, questa forse è un'altra storia...)

Infatti, dopo un caffè veloce e l'aver indossato una tuta malconcia con tanto di odiate scarpe da ginnastica (lei e lo sport non sono mai andati d'accordo), chi scrive accompagna il nano più grande a scuola, torna a casa, coccola il nano piccolo che sta per uscire con il papà, dà i suoi croccantini a Yoda, il guerriero jedi a  quattro zampe che vive con loro, per poi lasciare nuovamente la comoda abitazione in compagnia del simpatico peloso, stavolta con destinazione parco.

La strada da percorrere è un po' sconnessa, in un breve tratto manca anche il marciapiede e i due per arrivare devono camminare più o meno in fila indiana per circa cinquecento metri, schivando le automobili che vengono loro incontro.

Ma con il cucciolone al suo fianco, questo percorso a ostacoli, diventa quasi un gioco.

E poi, una volta al prato, si entra nella fatidica fase della socializzazione.

Attenzione, però, non quella tra quadrupedi, molto più semplice e diretta di quanto uno possa immaginare (mi piaci: giochiamo - non mi piaci: stammi lontano), bensì quella tra "padroni".

Ci sono quelli che praticano l'amore per i cani liberi, «il mio Sole è buonissimo e non lo lego perché  poi lui torna sempre» (salvo quando gli capita di incappare in una femmina in calore e allora Sole lo si può aspettare sulla panchina anche tutto il giorno), quelli che «io dentro il recinto non entro, sembrano cani in gabbia e mi fanno impressione», quelli che non ti salutano nonostante vi incontrate ormai da quattro mesi praticamente tutti i giorni e quelli che, magari ti salutano pure, ma poi passano tutto il tempo che trascorrono all'aria aperta con il capo chino verso il proprio smartphone.

E poi, come in tutte le cose, ci sono anche tanti che amano vedere i loro amici pelosi giocare e divertirsi in sicurezza, che non impongono la presenza dei cani a chi li guarda con timore, che non hanno perle di saggezza da elargire, ma che condividono volentieri con te pezzi delle loro giornate. Con cui ti puoi confrontare sui più disparati argomenti e, comunque, riuscire a farti sempre una risata consolatoria, anche quando la tua vita dopo il parco non è proprio come la vorresti.

Insomma, a pensarci bene, per capire come è composta la società di oggi basta passare una mattinata all'area cani... ovviamente stando bene attenti a non calpestare ciò che alcuni esseri umani di merda lasciano sul terreno.

***


Ogni notte, prima di andare a dormire, la giornalistadiserieb fissa sul telefono la sveglia per il giorno dopo. E, sebbene il maritoultimaruotadelcarro le ha più volte "suggerito" di affidarsi alla modalità "ripetizione settimanale", per lei questa è un'abitudine irrinunciabile...
... tranne il sabato e la domenica naturalmente!


martedì 6 gennaio 2015

Domani è un altro giorno...

È vero, la giornalistadiserieb si sentiva stranamente ottimista per questo 2015 tutto da scoprire.
Forse perché a marzo prossimo lei entrerà di diritto nei fatidici "anta" (incredibile come passa il tempo quando ci si diverte...).
Forse perché, in fondo in fondo, la prospettiva di trovare una nuova casa, decidere dove mettere il divano e la credenza della nonna, scegliere il colore delle pareti, per poi tornare a perdersi per gli sconfinati corridoi dell'Ikea per acquistare il cuscino della giusta tonalità, iniziava a piacerle parecchio.
O, più semplicemente, perché sperava fosse arrivato finalmente il momento della svolta lavorativa.
Che poi, a pensarci bene, in fondo c'è anche stata.

Ore 13.40 del 5 gennaio: chi scrive arriva in redazione, la stessa per la quale lavora da 5 anni.
Il capo, che poi è una capa, ha indetto una riunione alle 14.00 e lei e i suoi colleghi sorseggiano allegramente un caffè davanti alla macchinetta della saletta relax composta da un divano arancio e un armadio frigorifero colmo di merendine e acque minerali, raccontandosi di come hanno trascorso i rispettivi giorni di meritato riposo.

Ore 13.48 del 5 gennaio: la giornalistadiserieb torna alla sua postazione, accende il suo Mac e mentre sta per sedersi la capa fa il suo ingresso trionfale nella stanza.

Ore 13.52 dello stesso 5 gennaio: la simpatica donnina scrivana sta già raccogliendo le foto dei suoi figli, il biglietto del concerto di Bon Jovi di Milano 2013 che tiene attaccato allo schermo del computer (regalo bellissimo delle sue amichette di sempre)  e i vari portafortuna accumulati nel corso del tempo. Di lì a poco, a seguirla nel triste destino, ci saranno anche i tre colleghi del caffè sopracitato, tutti molto poco allegri rispetto alla ferale notizia.

La motivazione? La crisi, esistenziale ed economica, della meno professionale tra i superiori che la giornalistadiserieb abbia mai incontrato nella sua carriera (che poi, in poche parole, si riduce a "il pallone è mio e ci gioco quando voglio io").

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È vero, la giornalistadiserieb si sentiva stranamente ottimista per questo 2015 tutto da scoprire.

Ma, fortunatamente, come disse una volta l'indomita Rossella, domani è un altro giorno...