mercoledì 29 ottobre 2014
I sogni son desideri?
C'erano le sue due amiche di sempre e si doveva passare qualche giorno di vacanza insieme, finalmente dopo tanto, tanto tempo. Ma, una volta partite per quel di Lecce (quest'anno il Salento le era proprio mancato), lungo la strada le tre si imbattono, quasi per caso, in un enorme serpente bianco d'acqua. Così, mentre lei viene morsa alla mano sinistra, l'allegra compagnia si sparpaglia. Ferita, dolorante e sola, lei si ritrova nel monumentale e labirintico ospedale Vito Fazzi a fissare i suoi profondi tagli, in attesa di un dottore che la medichi.
Questo è quanto la giornalistadiserieb ha sognato questa notte e ciò che ancora ricorda del suo sonno così agitato...
Per questo, appena in piedi, la nostra simpatica donnina ha deciso di consultare subito il sapiente Google per capire quello che il suo subconscio stava cercando di dirle.
Ed ecco ciò che ha scoperto:
1) Il simbolo del serpente nei sogni è uno dei più frequenti. Ciò che accomuna questi sogni è la sensazione di paura, repulsione o panico o, nella migliore delle ipotesi, il senso di pericolo e diffidenza nei confronti di un animale ritenuto pericoloso, mortale, abietto.
2) Sognare di esser morsi da un serpente, a seconda delle variabili in gioco nel sogno stesso (sensazioni provate e situazioni diverse), può indicare una persona (presente nella tua realtà) che una parte di te considera falsa e pericolosa, o che ti può danneggiare.
3) Sognare serpente d’acqua rappresenta la perdita di denaro.
Ricapitolando, dunque, la giornalistadiserieb sta attraversando un momento in cui sente un profondo senso di repulsione verso una persona potenzialmente pericolosa che può danneggiarla e farle perdere dei soldi. Il che, in effetti, spiegherebbe molto di quest'ultimo periodo.
Ma poiché chi scrive si è ripromessa (soprattutto dopo quest'ultimo faticoso anno) di guardare sempre il lato positivo delle cose, ha deciso di trarre un unico messaggio preciso dalla sua burrascosa nottata: è arrivato il momento di cambiare pelle... e di tornare a Lecce, magari con le sue amichette!
P.S. o, magari, di volare appena un po' più lontano...
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martedì 14 ottobre 2014
Pura Gioia
Ci sono giornate che iniziano prima di altre e questo, ovviamente, lo sanno tutti, non solo la giornalistadiserieb. E poi ci sono giornate che sarebbe meglio aver trascorso nel letto.
Questa mattina, per esempio, per chi scrive è iniziata prima dell'alba. Perché c'era bisogno di prepararsi per bene, cercare di domare un po' gli indomiti capelli, portare il nano grande vicino a scuola (davanti no, quello non le è più permesso), approfittarne per far fare una breve passeggiata anche al piccolo pelosetto della famiglia, tornare in tempo per la colazione delll'altro nano e, prima di andare al lavoro, accompagnare anche il maritoultimaruotadelcarro a fare una visita in ospedale. Neanche a dirlo, quello che nella tentacolare metropoli che è Roma, è esattamente al tentacolo opposto da dove la giornalistadiserieb e il consorte vivono.
Eppure, armati di santa pazienza e di Giallina, la splendida automobile di serie b della simpatica scrivana (ahimé sempre più saltuaria) i nostri eroi sono riusciti a varcare la soglia del poliedrico nosocomio addirittura cinque minuti prima dell'appuntamento.
Ma la puntualità, si sa, è cosa sopravvalutata dalla sanità italiana, tanto che prima di essere ricevuti, hanno dovuto attendere per quasi un'ora e mezza.
A dire la verità, la giornalistadiserieb non aveva nessuna fretta di arrivare nella sua glaciale (ops voleva dire attuale) redazione. Inoltre, osservare da vicino le persone le è sempre piaciuto... Quale posto migliore di una sala d'aspetto?
C'è, come sempre, la signora che vuole passare avanti agli altri. Quello che deve fare solo una domanda e quello che non aveva capito che c'era una fila.
Poi, però, c'è anche lei.
Si chiama Gioia, ha 3 anni, è bionda e minuta, ma conosce a memoria tutto il testo della canzone "Montagne verdi" di Marcella. Con sé ha un grande quadernone ad anelli, nella copertina nera spicca l'immagine di Minnie di Topolino. Quello è "il libro di Gioia che va dal dottore" dice la sua vocina e ha tante pagine perché "lei ci va spesso dal dottore". Perché Gioia quella copertina nera con l'immagine di Minnie non può vederla. Lei non vede nulla. Ma ti siede vicino e ti tocca la mano, vuole sapere come ti chiami, sorride, anche quando a un certo punto le "scappa una peretta".
Gioia è buffa e dolcissima, ma forte e fiera allo stesso tempo.
Gioia è pura ed è stata una pura gioia incontrarla.
Le dure prove della vita sono altre e se le persone non lo vogliono capire rimarranno sole per sempre.
Le dure prove della vita sono altre e se si pretende rispetto dagli altri bisogna prima di tutto rispettarli.
Le dure prove della vita sono altre e se il lavoro non decolla (e a questo punto ha il sospetto che non decollerà mai) non è poi una tragedia.
Ci sono giornate che iniziano prima di altre e questo, ovviamente, lo sanno tutti, non solo la giornalistadiserieb.
E poi ci sono giornate che sarebbe meglio aver trascorso nel letto... ma se fosse andata così, oggi non avrebbe conosciuto Gioia.
Questa mattina, per esempio, per chi scrive è iniziata prima dell'alba. Perché c'era bisogno di prepararsi per bene, cercare di domare un po' gli indomiti capelli, portare il nano grande vicino a scuola (davanti no, quello non le è più permesso), approfittarne per far fare una breve passeggiata anche al piccolo pelosetto della famiglia, tornare in tempo per la colazione delll'altro nano e, prima di andare al lavoro, accompagnare anche il maritoultimaruotadelcarro a fare una visita in ospedale. Neanche a dirlo, quello che nella tentacolare metropoli che è Roma, è esattamente al tentacolo opposto da dove la giornalistadiserieb e il consorte vivono.
Eppure, armati di santa pazienza e di Giallina, la splendida automobile di serie b della simpatica scrivana (ahimé sempre più saltuaria) i nostri eroi sono riusciti a varcare la soglia del poliedrico nosocomio addirittura cinque minuti prima dell'appuntamento.
Ma la puntualità, si sa, è cosa sopravvalutata dalla sanità italiana, tanto che prima di essere ricevuti, hanno dovuto attendere per quasi un'ora e mezza.
A dire la verità, la giornalistadiserieb non aveva nessuna fretta di arrivare nella sua glaciale (ops voleva dire attuale) redazione. Inoltre, osservare da vicino le persone le è sempre piaciuto... Quale posto migliore di una sala d'aspetto?
C'è, come sempre, la signora che vuole passare avanti agli altri. Quello che deve fare solo una domanda e quello che non aveva capito che c'era una fila.
Poi, però, c'è anche lei.
Si chiama Gioia, ha 3 anni, è bionda e minuta, ma conosce a memoria tutto il testo della canzone "Montagne verdi" di Marcella. Con sé ha un grande quadernone ad anelli, nella copertina nera spicca l'immagine di Minnie di Topolino. Quello è "il libro di Gioia che va dal dottore" dice la sua vocina e ha tante pagine perché "lei ci va spesso dal dottore". Perché Gioia quella copertina nera con l'immagine di Minnie non può vederla. Lei non vede nulla. Ma ti siede vicino e ti tocca la mano, vuole sapere come ti chiami, sorride, anche quando a un certo punto le "scappa una peretta".
Gioia è buffa e dolcissima, ma forte e fiera allo stesso tempo.
Gioia è pura ed è stata una pura gioia incontrarla.
Le dure prove della vita sono altre e se le persone non lo vogliono capire rimarranno sole per sempre.
Le dure prove della vita sono altre e se si pretende rispetto dagli altri bisogna prima di tutto rispettarli.
Le dure prove della vita sono altre e se il lavoro non decolla (e a questo punto ha il sospetto che non decollerà mai) non è poi una tragedia.
Ci sono giornate che iniziano prima di altre e questo, ovviamente, lo sanno tutti, non solo la giornalistadiserieb.
E poi ci sono giornate che sarebbe meglio aver trascorso nel letto... ma se fosse andata così, oggi non avrebbe conosciuto Gioia.
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