I cambiamenti in genere hanno sempre spaventato la giornalistadiserieb.
Anche se non sa dire esattamente perché.
Forse alla base c'è un po' di quella proverbiale pigrizia che la contraddistingue o la sua innata insicurezza, che la porta a essere sempre piuttosto sospettosa rispetto le novità.
Alcuni cambiamenti però sono necessari, altri ancora inevitabili.
Diventare grandi, in fondo, significa evolversi e, sebbene il più delle volte è addirittura divertente negarlo, chi scrive se ne rende conto benissimo...
E ogni evoluzione, si sa, porta con sé un po' di dolore.
Dolore per quello che non c'è più.
Dolore per quello che sarebbe potuto essere.
Dolore per quello che non è.
Una volta toccato il fondo, però, ci si rialza e solo allora il cuore torna a essere leggero.
Non molto tempo fa è successo anche a lei e ci sono state persone speciali ad accompagnarla lungo la strada della sua rinascita. Oggi vorrebbe essere in grado di sdebitarsi, ma ci sono viaggi che vanno necessariamente compiuti da soli...
I cambiamenti in genere hanno sempre spaventato la giornalistadiserieb.
Anche se non sa dire esattamente perché...
lunedì 10 dicembre 2012
mercoledì 5 dicembre 2012
5 dicembre 2012
Cosi’ dicean tra lor, quando Argo, il cane,
Ch’ivi giacea, del paziente Ulisse
La testa ed ambo sollevo’ gli orecchi.
Nutrillo un giorno di sua man l’eroe,
Ma come, spinto dal suo fato a Troia,
Poco frutto pote’. Bensi’ condurlo
Contro i lepri ed i cervi e le silvestri
Capre solea la gioventu’ robusta.
Negletto allor giacea nel molto fimo
Di muli e buoi sparso alle porte innanzi,
Finche’ i poderi a fecondar d’Ulisse,
Nel togliessero i servi. Ivi il buon cane,
Di turpi zecche pien, corcato stava.
Com’egli vide il suo signor piu’ presso,
E benche’ tra que’ cenci, il riconobbe,
Squasso’ la coda festeggiando, ed ambe
Le orecchie, che drizzate avea da prima,
Cader lascio’: ma incontro al suo signore
Muover, siccome un di’, gli fu disdetto.
Ulisse, riguardatolo, s’asterse
Con man furtiva dalla guancia il pianto,
Celandosi da Eumeo, cui disse tosto:
“Eumeo, quale stupor! Nel fimo giace
Cotesto, che a me par cane si’ bello.
Ma non so se del pari ei fu veloce,
O nulla valse, come quei da mensa,
Cui nutron per bellezza i lor padroni”.
E tu cosi’ gli rispondesti, Eumeo:
“Del mio re lungi morto e’ questo il cane.
Se tal fosse di corpo e d’atti, quale
Lasciollo, a Troia veleggiando, Ulisse,
Si’ veloce a vederlo e si’ gagliardo
Gran maraviglia ne trarresti: fiera
Non adocchiava, che del folto bosco
Gli fuggisse nel fondo, e la cui traccia
Perdesse mai. Or l’infortunio ei sente.
Peri’ d’Itaca lunge il suo padrone,
Ne’ piu’ curan di lui le pigre ancelle;
Che’ pochi di’ stanno in cervello i servi,
Quando il padrone lor piu’ non impera.
L’onniveggente di Saturno figlio
Mezza toglie ad un uom la sua virtude,
Come sopra gli giunga il di’ servile”.
Cio’ detto, il pie’ nel sontuoso albergo
Mise, e avviossi drittamente ai proci;
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
Gli occhi nel sonno della morte chiuse.
(Omero-Odissea)
...Io non ti dimentico!
Ch’ivi giacea, del paziente Ulisse
La testa ed ambo sollevo’ gli orecchi.
Nutrillo un giorno di sua man l’eroe,
Ma come, spinto dal suo fato a Troia,
Poco frutto pote’. Bensi’ condurlo
Contro i lepri ed i cervi e le silvestri
Capre solea la gioventu’ robusta.
Negletto allor giacea nel molto fimo
Di muli e buoi sparso alle porte innanzi,
Finche’ i poderi a fecondar d’Ulisse,
Nel togliessero i servi. Ivi il buon cane,
Di turpi zecche pien, corcato stava.
Com’egli vide il suo signor piu’ presso,
E benche’ tra que’ cenci, il riconobbe,
Squasso’ la coda festeggiando, ed ambe
Le orecchie, che drizzate avea da prima,
Cader lascio’: ma incontro al suo signore
Muover, siccome un di’, gli fu disdetto.
Ulisse, riguardatolo, s’asterse
Con man furtiva dalla guancia il pianto,
Celandosi da Eumeo, cui disse tosto:
“Eumeo, quale stupor! Nel fimo giace
Cotesto, che a me par cane si’ bello.
Ma non so se del pari ei fu veloce,
O nulla valse, come quei da mensa,
Cui nutron per bellezza i lor padroni”.
E tu cosi’ gli rispondesti, Eumeo:
“Del mio re lungi morto e’ questo il cane.
Se tal fosse di corpo e d’atti, quale
Lasciollo, a Troia veleggiando, Ulisse,
Si’ veloce a vederlo e si’ gagliardo
Gran maraviglia ne trarresti: fiera
Non adocchiava, che del folto bosco
Gli fuggisse nel fondo, e la cui traccia
Perdesse mai. Or l’infortunio ei sente.
Peri’ d’Itaca lunge il suo padrone,
Ne’ piu’ curan di lui le pigre ancelle;
Che’ pochi di’ stanno in cervello i servi,
Quando il padrone lor piu’ non impera.
L’onniveggente di Saturno figlio
Mezza toglie ad un uom la sua virtude,
Come sopra gli giunga il di’ servile”.
Cio’ detto, il pie’ nel sontuoso albergo
Mise, e avviossi drittamente ai proci;
Ed Argo, il fido can, poscia che visto
Ebbe dopo dieci anni e dieci Ulisse,
Gli occhi nel sonno della morte chiuse.
(Omero-Odissea)
...Io non ti dimentico!
lunedì 3 dicembre 2012
La quiete prima della tempesta
Sarà che è arrivato il freddo tanto atteso, o forse perché si avvicina il Natale, ma il mondo intorno alla giornalistadiserieb da qualche giorno appare diverso, come se il tempo scorresse più lento e tutto dentro di lei fosse finalmente più chiaro e più calmo.
Solo un anno fa chi scrive era piena di pensieri cupi e pesanti e il tempo non le bastava mai per niente e nessuno.
Solo un anno fa erano altre le persone che la circondavano e dalle quali dipendeva quasi totalmente cercando di lesinare attenzione e un po' di rispetto.
Solo un anno fa...
Che sia questa la tanto famosa quiete prima della tempesta?
Solo un anno fa chi scrive era piena di pensieri cupi e pesanti e il tempo non le bastava mai per niente e nessuno.
Solo un anno fa erano altre le persone che la circondavano e dalle quali dipendeva quasi totalmente cercando di lesinare attenzione e un po' di rispetto.
Solo un anno fa...
Che sia questa la tanto famosa quiete prima della tempesta?
domenica 2 dicembre 2012
Scelta
Wikipedia insegna:
La decisione è la scelta di intraprendere un'azione, tra più alternative considerate (opzioni), da parte di un individuo o di un gruppo (decisore). Nel processo che porta alla decisione (detto, con un termine di origine inglese, decision making) si possono distinguere due momenti:
- la deliberazione, nella quale il decisore prende in considerazione le varie opzioni e valuta le motivazioni pro e contro di ciascuna di esse;
- la scelta, ossia la selezione di un'opzione, tra quelle prese in considerazione, in base all'esito della valutazione effettuata.
Per la giornalistadiserieb si avvicina sempre di più il tempo di effettuare una scelta davvero dolorosa e inevitabile, ma dove trovare la forza?
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